Lignana - La storia

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    Tratto da “La Valdinievole Illustrata nella storia naturale, civile ed ecclesiastica, dell'agricoltura, delle industrie e delle arti per Giuseppe Ansaldi di Pescia” Opera postuma pubblicata per cura della famiglia – volume II – Pescia – tipografia Vannini - 1879

    Nulla si sa della sua origine, non trovandosi memoria più antica del secolo XIV, quando la Valdinievole superiore, non trovandosi più sicura sotto il dominio lucchese, aveva prestato obbedienza e devozione alla Signoria di Firenze.

    Dalle vestigia che tuttora rimangono di Lignana può argomentarsi sia stato un castello ben fortificato, con rocca cinta di muraglie, e con altre opere fortificate, della circonferenza almeno di metri 150. La pieve era tutta di pietre quadrate di solida architettura antica.

    Il castello, per quello racconta in certi suoi ricordi manoscritti un certo frate Sansoni, aveva due porte, l'una dal lato di ponente, l'altra a levante. Di la' dalla rocca, da lato di tramontana, era un ampio serbatoio di acqua purissima, le cui vestigia si vedono tuttavia. Stando alla tradizione, la famiglia pesciatina del Buonvicini ne sarebbe in antico l'assoluta padrona, ma su di ciò nulla sappiamo di certo.

    Soffrì molto nel medio evo pei danni recatile dai Pisani e dai Lucchesi, i quali presidiavano il castello di Lucchio e di Pietrabuona che fu grande baluardo dell'oste ghibellina. Da Pietrabuona e da Lucchio calavano ogni tanto ai danni della misera contrada le orde nemiche, e massime poi nell'inverno, quando in paese non erano rimasti che donne e fanciulli, per essere gli uomini nelle maremme a pascolare i greggi. Infatti 1363 questa contrada fu quasi disfatta dal presidio pisano che aveva una stanza nella rocca di Pietrabuona. Questi rabbiosi ghibellini, non sazi del sangue che sparso avevano in Lignana, nel fare ritorno alla rocca di Pietrabuona disfecero la torricella che guardava il ponte di Sorana, e poscia atterrarono il ponte per togliere di tal guisa ogni mezzo di difesa all'oste dei fiorentini.

    Dopo la conclusione della pace fra i Fiorentini, il Duca di Milano, i Pisani ed i Lucchesi (1364), questi poveri terrazzani riposarono dalle sciagure sofferte, ma per poco; perché la signoria di Firenze, vedendo che il castello era ormai a tale stato ridotto, che non si poteva senza grave spesa riedificare e senza gravissima difendere, deliberò fosse disfatto dai fondamenti. Questa risoluzione della Repubblica Fiorentina fu tosto messa ad effetto. Due compagnie di soldati difilarono a Lignana, ed intimarono a quei poveri terrazzani, che tempo tre giorni abbandonassero il castello, e portassero seco le masserizie ed i bestiami, perrocché la loro patria doveva essere, d'ordine della Signoria di Firenze, inevitabilmente distrutta. Può figurarsi ognuno quanto fosse la sorpresa, quanto lo sgomento e il dolore di quelle povere famiglie all'annunzio fatale; ma riusciti vani i gemiti, i pianti e i corrucci, al termine stabilito i soldati appiccarono il fuoco al paese, atterrarono le opere fortificate, e, ad eccezione della chiesa che lasciarono intatta, ridussero il tutto in un ammasso di macerie e di ceneri. Così ebbe fine il castello di Lignana. Quaranta o cinquanta famiglie che quivi abitavano, presero quasi tutte stanza in Sorana, ove furono cortesemente accolte coi loro armenti; poche ripararono a Lanciole, pochissime a Castelvecchio. Sebbene Lignana più non esista, tuttavia abbiamo creduto bene di raccontarne la storia, perciocché dalla sua distruzione avesse non principio, ma incremento grandissimo il sottostante castello di Sorana.

    Edited by Graziano Zomini - 26/11/2014, 21:50
     
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    La discussione è a disposizione di chi volesse approfondire o ampliare la storia di questo paese oppure riportare qualche esperienza personale legata a Lignana

    Edited by Graziano Zomini - 27/11/2014, 14:28
     
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    Qui trovate una serie di foto

    http://lasvizzerapesciatina.forumfree.it/?t=70329058
     
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    Da non confondere con:

    Dizionario Geografico, Fisico
    e Storico della Toscana (E. Repetti)
    http://193.205.4.99/repetti/

    Lignano di Valle Ariana, della Pescia di Collodi
    ID: 2427
    N. scheda: 27940
    Volume: 2
    Pagina: 696

    Riferimenti:
    Toponimo IGM: k Monte Battifolle
    Comune: VILLA BASILICA
    Provincia: LU
    Quadrante IGM: 105-4
    Coordinate (long., lat.)
    Gauss Boaga: 1634031, 4871387
    WGS 1984: 10.67212, 43.98496
    UTM(32N): 634095, 4871561

    Denominazione: Lignano di Valle Ariana, della Pescia di Collodi
    Popolo: S. Jacopo a Lignano
    Piviere: S. Martino a Medicina
    Comunità: Villa Basilica
    Giurisdizione: Villa Basilica
    Diocesi: Lucca
    Compartimento: x
    Stato: Ducato di Lucca
    ______________________________________

    LIGNANO DI VALLE ARIANA, ossia della Pescia di Collodi. Casale ch'ebbe chiesa parrocchiale (S. Jacopo) nel
    piviere di Medicina, già detto di Valle Ariana, Comunità Giurisdizione di Villa Basilica, Diocesi e Ducato di Lucca.
    È posto sul monte del Battifolle lucchese, donde scende la fiumana della Pescia minore, ossia di Collodi.
    All'Articolo ARIANA (VALLE) fu fatta menzione di una membrana dell'Arch. Arc. di Lucca dell'anno 976, relativa a
    un'enfiteusi di beni fra il pievano di Valle Ariana e tre fratelli figli del fu Goffredo, alcuni dei quali beni trovavansi in
    Lignano.
    Fu questo Casale uno dei comunelli occupati dall'esercito fiorentino durante la guerra mossa nel 1428 contro i Lucchesi,
    ai quali fu restituito nel dì 27 marzo 1442. - Vedere ARIANA (VALLE).
     
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    LA CAMPANA DI LIGNANA - FRA REALTA' E LEGGENDA


    Dopo la distruzione di Lignana, ( 1364 ) approfittando del completo abbandono del luogo, un gruppo di Pontitesi (o Pontiti) si recarono sul posto, salirono sul campanile e dopo un difficile e complicato lavoro...... riuscirono a calare al suolo la campana accingendosi a trascinarla a Pontito.
    A quel punto, una vecchietta (la sola, che presa da infinita nostalgia, era tornata a finire i propri giorni a Lignana) sbarrò loro la strada opponendosi al furto e implorando loro di non farlo. Al loro rifiuto, li apostrofò dicendo:

    "Pontiti maladetti (maledetti)..... ma verrà Maggio giolato (gelato) che vi farà grattà 'n capo"

    E in effetti, si racconta, che in quell'anno la primavera fu anomala, così fredda che il raccolto dell'intera annata fu molto ma molto magro, una vera calamità. Il fatto (se vero) o la leggenda, come si vede, si è tramandato fino ai giorni nostri.

    Ricerca a cura di: Maria Dreucci

    Edited by Renato Papi - 4/12/2023, 23:13
     
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